Vuoi un sito che informi o uno che venda?

Il sito web di una struttura ricettiva deve fare una sola cosa: vendere!

Per farlo è necessario che trasferisca delle informazioni, ciò che però è cambiato nel corso del tempo è la modalità.

Ti ricordi i siti dieci anni fa? Immagini statiche e tanto testo, con dei layout che oggi definiremmo confusionari. Erano chiaramente figli del tempo e della tecnologia e non devi vergognarti se la tua struttura ne aveva uno, più o meno, così.

Certo, se oggi, a distanza di tutti questi anni, il tuo sito rimane ancorato a quel concept, allora hai un problema.

Dall’informare allo scrivere per vendere

Spesso ci confrontiamo con albergatori, e imprenditori in generale, che pur riconoscendo la necessità di rinnovare totalmente grafica e modalità di comunicazione, faticano a lasciarsi alle spalle i testi faticosamente prodotti dopo lunga e attenta meditazione.

Premettendo che tutti i materiali del cliente sono preziosi per scolpire il nuovo volto della struttura, devi pensare che da dieci anni a questa parte le generazioni si sono evolute, la tecnologia ha fatto passi da gigante, la pandemia ha modificato radicalmente alcuni comportamenti di spesa, per concludere con nuovi canoni estetici e linguaggi di comunicazione.

In sostanza, non puoi pensare che nella giungla di concorrenti con i quali ti trovi a competere, con una soglia d’attenzione dell’utente medio notevolmente ridotta, tu possa intrigare, attrarre e convertire con una foto delle camere in primo piano e tante descrizioni/informazioni testuali in sequenza.

L’attività di scrivere per attrarre e vendere ha un nome preciso, copywriting, e non puoi improvvisarti, soprattutto se in un testo ridotto come quello di una call to action, devi anche utilizzare termini in grado di indicizzare la pagina.    

Un’obiezione ricorrente

Non apriremo una parentesi circa i consigli per un restyling efficace del sito, ma affronteremo un’obiezione che ci capita di sentire spesso, soprattutto in un momento storico nel quale la carenza di personale qualificato produce i suoi effetti.

Se anche tu pensi che un sito debba informare chiaramente per prevenire le domande telefoniche più routinarie che fanno perdere tempo alla reception, allora ti diamo due notizie:. 

  1. Ci saranno sempre clienti che chiameranno per fare domande, nonostante le risposte siano espresse a caratteri cubitali sulla home;
  2. Entrare in contatto con un potenziale cliente, per quanto poco attento e intenzionato a chiedere le solite cose, è un’occasione che non devi perdere

Diciamo subito che le domande ricorrenti dovrebbero essere gestite con un’apposita FAQ, laddove non abbiano un’importanza strategica tale da essere utilizzate per invitare all’azione; così come è fuori da ogni dubbio che ricevere domande “banali” durante il check in farebbe spazientire la maggior parte degli addetti.

Il problema è che un potenziale cliente che viene invitato a richiamare, a scrivere un’email, o, peggio, trattato male, potrebbe non richiamare più.

Serve quindi organizzazione, formazione del personale, affinché mantenga la calma per fare al cliente le domande giuste, ed uno strumento per la creazione immediata di offerte dinamiche, come il nostro EPleasure Guest Maker.

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