Federalberghi si è rivolta all’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria per contestare il recente spot televisivo di Trivago e richiederne il blocco della diffusione.
L’ultimo spot di Trivago ha fatto molto discutere, scatenando non poche polemiche da parte degli operatori del settore ricettivo. Come riportato da TTG Italia, infatti, proprio il claim dello spot (“Trivago ti mostra il prezzo praticato direttamente dall’hotel ed il prezzo di oltre 200 siti di prenotazione diversi. Trivago confronta, la scelta è tua“) avrebbe spinto l’associazione degli albergatori a chiedere che non venga più diffuso. Non essendo presenti, in molti casi, i prezzi praticati direttamente dall’hotel il consumatore arriverebbe a prenotare sulla base di informazioni non complete.
Federalberghi ritiene infatti che lo slogan proposto da Trivago induca “il consumatore a ritenere che sulla piattaforma sia sempre pubblicato il prezzo praticato dall’hotel e, quindi, che utilizzando la piattaforma si realizzerebbe una scelta pienamente informata“.
In realtà però la situazione sarebbe ben diversa:
Nella maggior parte dei casi sulla piattaforma non è disponibile nessuna informazione sul prezzo praticato direttamente dall’hotel. Conseguentemente, le decisioni di acquisto avvengono sulla base di informazioni incomplete.
Ultimo punto, ma non meno importante, riguarda la natura dei prezzi mostrati su Trivago e la mancata trasparenza verso gli utenti finali:
Trivago omette di comunicare che gli annunci presenti sulla piattaforma sono inserzioni a pagamento. In altri termini, il servizio offerto non consiste nella segnalazione delle migliori condizioni disponibili, ma nella pubblicazione di un mero elenco di annunci pubblicitari.
Già a febbraio 2018 l’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria si era espresso su un altro caso di pubblicità ingannevole in cui Booking.com prometteva la possibilità di cancellare gratuitamente le prenotazioni, comunicando quindi informazioni inesatte agli utenti.