Non è un segreto che le OTA abbiano profondamente rivoluzionato la distribuzione online del settore alberghiero, spingendo le strutture ricettive a seguire nel dettaglio le loro condizioni per aumentare la visibilità e quindi emergere dalla folla. Sembra ora che Expedia voglia nuovamente cambiare tutto, permettendo agli hotel di pagare delle quote per apparire più in alto nei risultati.
Secondo quanto riportato da Skift.com Expedia si starebbe preparando a lanciare Accelerator. Nonostante i dettagli di Accelerator non siano conosciuti, si tratta di un sistema che permetterebbe agli hotel di comparire più in alto nei risultati in cambio del pagamento al portale.
Per usare le parole di Mark Okestrom, CFO di Expedia, il programma Accelerator trasformerà la pagina dei risultati in un vero e proprio marketplace, dove saranno gli hotel che pagano di più a comparire più in alto nei risultati delle ricerche, ottenendo di fatto un vantaggio rispetto alle strutture – magari qualitativamente superiori – non disposte a pagare in cambio di visibilità.
Con l’avvento delle OTA, proprio la visibilità è diventato il fattore forse più importante per determinare il successo o il fallimento di un hotel. Che piaccia o no, anche a causa delle strategie degli albergatori stessi, OTA come Booking.com e Expedia hanno preso il sopravvento nella distribuzione online, influenzando significativamente anche la distribuzione offline, da molti hotel meno lungimiranti totalmente trascurata.
Come già accennato molte delle informazioni su Accelerator sono confuse, ma stando a quanto riportato su Skift il nuovo sistema di visibilità a pagamento di Expedia potrebbe arrivare entro la fine del 2016.
Una questione di trasparenza…
Naturalmente la notizia di un sistema di visibilità a pagamento non è stato accolto favorevolmente da tutti. Sempre secondo Skift, infatti, l’American Hotel & Lodging Association crede che il nuovo programma di Expedia sia ingannevole e dannoso nei confronti dei consumatori:
Il programma metterà seriamente in pericolo la scelta dei consumatori nel processo di prenotazione di un hotel – ha dichiarato Maryam Cope, VP di AH&LA -. Chiaramente si tratta di un programma pay to play che modifica i risultati visualizzati dai consumatori senza che questi ne siano a conoscenza. Risultati di ricerca distorti o ingannevoli su questi siti possono essere fortemente problematici, soprattutto sui portali di prenotazioni che si pongono come obiettivo quello di “aiutare” i consumatori interessati al confronto di tariffe e strutture. Questi si troverebbero di fronte a informazioni non oggettive e poco attendibili.
In base a queste premesse non c’è dubbio che Accelerator di Expedia possa essere accolto con scetticismo e diffidenza dagli albergatori, da anni impegnati a studiare strategie di disintermediazione per staccarsi dai vincoli e dalle estreme limitazioni delle OTA.