Expedia attacca la legge sulla parity rate: “discrimina i clienti”

Con un colpo di scena, il Parlamento italiano ha abolito la rate parity con la votazione del dl concorrenza, vietando qualsiasi obbligo di pubblicare sul sito diretto le stesse tariffe presenti sulle OTA. A poche settimane di distanza è intervenuto anche un dirigente di Expedia.

Come riportato da TTG Italia, il dirigente Jean-Philippe Monod de Froideville, senior director government & corporate affairs Emea di Expedia, ha rilasciato alcune dichiarazioni sulla legge che abolisce la rate parity approvata in Parlamento e attualmente al vaglio del Senato:

Chiediamo una cosa molto semplice: i clienti che cercano una struttura sui nostri portali non devono essere discriminati dal fatto che sul sito dell’hotel sia possibile trovare prezzi più economico.

Secondo il dirigente di Expedia, inoltre, una legge simile rischierebbe di mettere in difficoltà le OTA e i loro investimenti in tecnologia e marketing che permettono agli hotel di ottenere una grande visibilità a livello mondiale, ma non solo. Come già accennato, infatti, Monod de Friodeville ritiene che attuando una politica di disparity tariffaria gli hotel rischierebbero di discriminare i clienti:

La soluzione è che gli hotel siano liberi di decidere le loro politiche tariffarie sui vari canali di prenotazione ma non possono discriminare i consumatori proponendo un prezzo diverso sul proprio sito.

Pur essendo una preoccupazione “nobile” quella di Monod de Froideville, difficilmente Expedia e le OTA temono che una possibile abolizione della parità tariffaria possa portare ad una discriminazione del cliente finale. Infatti proprio il cliente finale non potrà che guadagnare da una libertà tariffaria da parte delle strutture ricettive, che potranno così decidere di ridurre o meno le tariffe grazie ad un risparmio sulle eccessive commissioni dei portali di viaggi.

Naturalmente la partita è ancora aperta e dovremo attendere per scoprire gli sviluppi della vicenda. L’impressione è che le OTA stiano cercando in ogni modo di screditare una normativa fortemente voluta dall’industria alberghiera, da anni obbligata a rispettare dei vincoli di parità tariffaria a svantaggio del canale diretto.

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Pubblicato il: 30 Novembre 2015

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